Su "La Nazione" di questa mattina si evidenzia come Pioli abbia puntato parecchio anche sulla capacità di adattamento di Milenkovic che pochi mesi fa si è guadagnato la partecipazione ai mondiali – frequentati sempre da titolare – giocando da difensore centrale nella Serbia. E in estate quando è rientrato a Firenze si è sottoposto a un ‘rischio’ non da poco, accettando la proposta di Pioli: svilupparsi in un ruolo a metà fra l’esterno destro nella difesa a quattro e il centrodestra dello schieramento a 3. Un azzardo perdere certezze e distanze in un ruolo così specifico dopo aver conquistato la Nazionale? Magari per gli altri. Milenkovic ha accettato con disponibilità l’evoluzione faticando – certo – nella fase di spinta. Ma sono comunque arrivate due reti (la prima in assoluto del campionato viola contro il Chievo e poi il raddoppio contro la Spal) e il contributo in impostazione con il passare delle partite è migliorato in qualità, piuttosto che in quantità. E comunque Milenkovic è sempre stato a disposizione per giocare centrale, in assenza di Vitor Hugo o Pezzella. Un jolly affidabile, con pochissime prestazioni sotto la sufficienza.
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