Gio Simeone al Pentasport: "Fino ad oggi non all'altezza dell'Europa League, ma giovedì a Bergamo..."

Ai microfoni di Radio Bruno l'attaccante argentino racconta: "Intensità più alta con Montella"

L'attaccante della Fiorentina, Giovanni Simeone, ha rilasciato una lunga intervista al Pentasport di Radio Bruno Toscana. Queste le sue parole evidenziate da Violanews.com:
Cosa ne pensi della partita di Champions tra Juventus ed Ajax di ieri sera, l’hai vista? L’ho vista, al di là della Juventus è stato uno spettacolo bellissimo vedere una squadra che gioca bene come l’Ajax, ci sono dei giocatori molto forti che sanno giocare bene la palla. Sono andati a Torino con la loro forma e stile di gioco, fedeli alla loro personalità, hanno fatto il possibile per vincere questa partita che sembrava difficile.

Magari avete preso spunto perché sabato toccherà a voi a Torino, sarà anche possibile assistere alla festa scudetto in caso di pareggio, ci pensate? Noi dobbiamo pensare a noi stessi, con il nuovo allenatore dovremo impostare il nuovo stile di gioco, le nuove direttive del mister, affrontando una partita che sarà difficile. Sappiamo molto bene che loro con un pareggio diventeranno campioni, ma noi faremo il nostro pensando a giocare una buona partita. Soprattutto perché giovedì avremo una partita molto importante per noi, Sabato quindi sarà una buona occasiona per continuare a crescere e dimostrare all’allenatore che siamo forti.

Qualcuno dice che in teoria ci sono similitudini tra la Fiorentina e l’Ajax, ragazzi giovani che hanno voglia di emergere, che hanno voglia di divertirsi in campo, credi che ci possa essere l’ambizione di fare qualcosa di simile a Firenze? Ti dico la verità: io ho seguito tutta la stagione e l’Ajax è una squadra fortissima, i molti giocatori giovani sin dall’inizio della stagione hanno giocato così, non solo ieri. Hanno mostrato ripetutamente il valore della loro identità e della loro squadra, questo è molto bello. Credo che siano un grande esempio per tutte le squadre giovani di Europa affinché si possa a continuare a credere nella crescita dei ragazzi.

Noi eravamo a Moena ed abbiamo seguito l’estate viola raccontando ottime sensazioni, sembrava potesse essere l’inizio di una stagione positiva poi cosa è successo? Il talento ce l’abbiamo, il gruppo è solido da due anni, poi però è normale, quando i risultati non arrivano, che sembri che vada tutto male e tutti gli aspetti positivi citati prima passano in secondo piano. Penso che all’inizio di stagione, nelle prime 6-7 partite, abbiamo fatto uno sprint pazzesco e tutti ci davano in lotta per la corsa Champions, poi c’è stato un calo ma la nostra volontà di far bene era rimasta e c’è tutt’ora. Abbiamo un gruppo bellissimo, ci sono successe tantissime cose che non andavano tanto bene. Sono i risultati che contano e quelli purtroppo non sono andati bene, questo lo sappiamo. L’anno scorso eravamo ad una partita di distanza dall’Europa League ma in questo momento la classifica ci dice che non siamo all’altezza di raggiungerla.

Sono 21 i punti persi da situazione di vantaggio, nel girone di andata una grande difesa ma segnavate poco, nel girone di ritorno l’opposto. Come se mancasse sempre qualcosa per arrivare al risultato finale. Siamo una squadra giovane e lo eravamo anche la scorsa stagione ed abbiamo lottato per la qualificazione fino alla fine. Questa volta non c’è l’abbiamo fatta, sono dei momenti, uno non può sempre arrivare al massimo. Ci sono dei momenti non facili per i giocatori che devono fare il meglio possibile, però è normale, così sono il calcio e la vita. Dobbiamo saper imparare dagli errori e dalle stagioni negative e può bastare sapere dove si è sbagliato per imparare.

Come avete affrontato questi momenti di passaggio dopo il cambio di guida tecnica, come sono stati questi giorni per voi? Non è stato facile affrontare questo grande cambiamento la settimana scorsa, non sapevamo cosa sarebbe successo, eravamo dentro lo spogliatoio ad aspettare gli eventi. Pioli ci aveva annunciato le sue dimissioni, ci ha detto di essere forti come squadra e come gruppo. Non è facile quando un allenatore cambia, ci sono idee diverse, sistemi diversi e quindi noi dobbiamo essere preparati a tutte le eventualità. è stata una settimana di grandi cambiamenti, che sono sempre positivi, adesso è necessario lavorare uniti per creare un bellissimo gruppo come lo era con Pioli.

Come è stato il momenti in cui Pioli vi ha comunicato la sua decisione? In realtà prima non sapevamo quasi niente, poi è arrivato al primo allenamento della settimana senza cambiarsi. Non ce lo aspettavamo perchè nemmeno lui se lo aspettava secondo me, lui era pronto già pronto per affrontare la sfida contro il Bologna. Però il calcio è così, ci sono momenti in cui i risultati non ti aiutano dove non vanno bene le cose e bisogna cambiare. Alcuni saranno d’accordo altri no, è questione di opinioni ma nel calcio sono sempre i risultati quelli che contano. Noi ne siamo consapevoli e ci siamo fatti trovare pronti davanti al nuovo allenatore. È arrivato Montella e stiamo imparando molto da lui, oltre ad essere un ottimo tecnico è stato anche un grande attaccante, sicuramente mi aiuterà molto visto il mio ruolo.

Una cosa che è cambiata? Ognuno ha la sua idea, gli allenamenti forse sono più intensi, con Pioli si arrivava alla partita più sereni più tranquilli. Con Vincenzo invece si arriva alla partita con più intensità e carichi a livello fisico, a me piace, anche durante il periodo di Pioli io lavoravo di più perchè condivido l’idea di lavorare più duramente rispetto al normale, ma ognuno ha il suo corpo ed il suo metodo di lavoro.A livello tattico si è visto, si gioca più per vie centrali in mezzo al campo, credo che dovremmo imparare ancora molto perché ci dovrà dare ancora molte indicazioni che dovremo apprendere al meglio.

Leggi le pagelle dei quotidiani e siti dopo le partite, dai peso a ciò che viene scritto sui social? A volte le guardo altre volte no, dipende. La regola numero uno dei social è non guardarli mai, sia che vada bene sia che vada male. Mi dispiace tantissimo non riuscire a vincere al Franchi, c’è una squadra avversaria che dà tutto per ostacolarti e noi talvolta abbiamo sbagliato tantissimo alcune cose. Ci stavamo lavorando con Pioli e lo faremo con Montella ma non è facile in Seria A, c’è sempre qualcuno che lotta per obiettivi differenti o salvezza o Europa.

Ti ha dato fastidio leggere alcune indiscrezioni che riportano un tuo mancato feeling con Chiesa in campo? Non ho mai letto una cosa del genere, io con Federico ho un bellissimo rapporto. Lo stesso buon rapporto che ho con Muriel anche se è arrivato da poco. Con Luis aiuta il fatto che siamo entrambi sudamericani, abbiamo la stessa idea di vita e forse abbiamo più punti in comune. Fede è un grandissimo giocatore ed una grande persona, è molto professionale ed ha sempre la mentalità giusta per aiutare la squadra. Ma ripeto, con lui possiedo un buon rapporto.

Cosa ne pensi del fatto che Benassi sia ancora capocannoniere della squadra, dispiace a voi attaccanti? A me non dispiace, vuol dire che la squadra non si basa solo sugli attacanti, la squadra si aiuta. Non c’è nessuno che abbia fatto più di 10 gol e significa che non ci si concentra su di un giocatore per segnare. Questa è una cosa che può essere positiva o negativa, gli avversari quando preparano il match contro di noi sanno che non c’è solo uno che fa gol, abbiamo Benassi, abbiamo Muriel, abbiamo Chiesa, tanti giocatori che hanno nelle corde il gol.

Cosa ne pensi del tuo soprannome, il “Cholito”, ti piace o ti da fastidio? All’inizio quando ero piccolo mi dava fastidio, ma mi chiamavano sempre così e non potevo sempre dirlo a tutti di non farlo. Quindi ormai ho accettato il soprannome e non mi cambia essere chiamato in quel modo, so molto bene chi sono io, ho sempre voluto distanziare il cognome Simeone dalla mia persona.

Riguardo alla tua vita fuori dal campo cosa ci puoi dire? Mi concentro ad allenarmi bene, ma nel tempo libero sono molto curioso e mi piace imparare cose nuove. Ogni volta che leggo qualcosa di nuovo mi interesso, cerco di imparare sempre, credo che la mente debba sempre lavorare. Non mi piacciono i giocatori che nel tempo libero stanno 12 ore sul letto a guardare la tv senza far niente.

Parlare per due mesi della partita di ritorno con l’Atalanta può averla, in qualche modo, resa più complicata dal punto di vista mentale? Non saprei, secondo me è anche un po’ pesante dover giocare l’andata per poi aspettare due mesi. Non solo per i giocatori ma anche per i tifosi, due mesi è troppo tempo, a volte può pesare, si vorrebbe giocare prima la gara di ritorno.

Dalla partita contro la Spal manca la vittoria, vincere a Torino potrebbe darvi qualcosa in più per giovedì? Non credo sia così, noi abbiamo ben chiara l’importanza della partita di giovedì e per arrivarci al meglio bisogna fare bene contro la Juventus. Far bene non significa necessariamente vincere, vuol dire seguire le indicazioni del mister, già nella partita contro il Bologna abbiamo subìto poche situazioni rischiose. Nel calcio succedono situazioni come la nostra in cui molte cose vanno storte e non si raggiungono gli obiettivi ma non significa che stiamo facendo le cose male, dobbiamo impegnarci e lavorare duramente e ricaricare le energie. Giovedì sappiamo che abbiamo la possibilità di raggiungere una finale che ci può permette di cambiare il periodo negativo attuale.

Cosa vi hanno insegnato i 3 precedenti con l’Atalanta in questa stagione? Le partite contro di loro sono molto imprevedibili, sono i dettagli quelli che contano. Quando abbiamo vinto abbiamo sofferto, quando abbiamo pareggiato abbiamo fatto le cose bene ma dovevamo stare più attenti a non subire gol, quando abbiamo perso dovevamo essere determinati per migliorare le piccole cose. In vista di giovedì abbiamo bisogno di curare tutti gli aspetti, determinazione e non subire tanti gol. Dopo il pareggio dell’andata, se chiudo gli occhi, sono con la mente alla partita di Bergamo, la finale è ad un passo.



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