Commisso: "Ripartire sì, ma solo quando ci sarà la massima sicurezza. Chiesa? Resta qui"

Le parole del presidente viola su Radio1

Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, ha parlato ai microfoni di Radio 1. Queste le sue parole evidenziate da Violanews.com: "

“Ormai è un mese che lavoro da casa insieme a mia moglie e mia figlia, mentre mio figlio Joseph è ancora a Firenze. Noi siamo in New Jersey, e la situazione è quasi come quella dell’Italia, si esce solo per fare la spesa. Forza e Cuore? Il 17 marzo abbiamo lanciato questa campagna, e abbiamo raccolto circa 800 mila euro, che andranno agli ospedali dell’hinterland fiorentino. Sono felice dell’aiuto che ci è stato dato da parte degli americani, oltre che da parte di tutti i fiorentini. Fiorentina? Fino a poche settimane fa la situazione era molto complicata, perché in 12 avevano contratto il virus, e non erano in buone condizioni. Oggi sono tutti guariti, si stanno riposando, e sono quasi pronti a ricominciare, quando si potrà”.

Sul campionato: “Io credo che debba riprendere, ma sempre se ci saranno le condizioni per farlo. La salute viene prima del calcio, ma l’industria calcistica prima o dopo dovrà ripartire. Non è facile ricominciare subito in Italia, anche perché non ci sarà turismo. Può darsi che si ricominci il 4 maggio con gli allenamenti, ma ancora sarà lunga e tutto a porte chiuse. La cosa più importante sarà non rovinare il prossimo campionato. Taglio di stipendi? Io credo che ognuno debba fare la propria parte. Stiamo perdendo decine e decine di milioni con le valutazioni dei giocatori, e credo che anche loro debbano fare qualcosa. Abbiamo cominciato a parlare con i giocatori, ma non siamo al punto di poter annunciare qualcosa. Italia? Sono preoccupato per Firenze e l’Italia. Domani 5000 uova di Pasqua verranno regalate agli operatori in prima linea a Firenze, mentre arriveranno 10mila mascherine al mio paese Marina di Gioiosa Ionica”.

Infine una battuta sul futuro di Federico Chiesa. Il presidente viola la fa breve e non usa mezzi termini: “Federico sta qui”.



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