Impianti mai nati e ferite aperte: l’altra faccia dell’America di Commisso

Che cosa lega Campo di Marte a Uniondale? Il Franchi a una vecchia area militare dismessa a due ore di treno da Manhattan? Rocco Commisso, che da anni insegue il suo sogno di costruire uno stadio moderno e metterci dentro una squadra vincente. Su Repubblica troviamo un approfondimento che interseca i destini di New York Cosmos e Fiorentina, che lega Stati Uniti e Italia anche dal punto di vista burocratico. Sì, perché anche negli States i progetti più ambiziosi possono naufragare. E’ il caso della gloriosa ex squadra di Pelé, Chinaglia e Beckenbauer: prima dell’avvento di Commisso, nel 2012 la commissione dello Stato di New York aveva aperto un bando per destinare a progetti sportivi una distesa a sud est della Grande Mela e nel 2013 i Cosmos avevano presentato un progetto da 400 milioni di dollari, la metà dei quali avrebbero finanziato la costruzione dello stadio: 25 mila posti, più un’area commerciale con ristoranti, negozi, hotel da 175 camere, museo, ponte pedonale, parcheggi. I lavori sarebbero cominciati nel 2014, i primi centri commerciale aperti nel 2015 e l’inaugurazione dello stadio nel 2016. Un progetto che avrebbe portato a 3.000 nuovi posti di lavoro, ma che il Dipartimento per lo Sviluppo del Lavoro e Sviluppo Urbano bocciò ben quattro volte, considerandolo non compatibili con l’area. Commisso, al timone dal 2017, la vive ancora come una ferita. Ogni rifiuto, difficoltà, lo sente come un ritorno al passato.



Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)

Attiva i cookies



Lascia un commento
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)

Attiva i cookies