Commisso: "Lo Stadio? Il problema è che qualcuno vorrebbe i miei soldi per fare quello che vuole"

"Chiesa? Un ragazzo" Leggi le parole del presidente viola a La Nazione

Lunga e interessante intervista del presidente della Fiorentina Commisso a La Nazione, ecco alcuni estratti divisi per temi:

Dalle stelle alle stalle

“Un anno fa ero il dio di Firenze, oggi mi chiamano Attila”. 

Lo stadio

“Lo stadio? Il problema è che qualcuno vorrebbe i miei soldi per fare quello che vuole. Vogliono che altri prendano decisioni al posto mio”. Il primo tifoso viola si chiede come mai, se il monumento Franchi è di proprietà dello Stato, non sono stati usati i soldi dello Stato e si è atteso che arrivasse lui per fare tutto.


Chiesa e Iachini

“Chiesa? Tutti dicono che devo spendere i soldi della sua cessione, ma ancora quei soldi non ci sono. Quando ci sono solo un compratore e un venditore, la situazione non è ottimale”. La Fiorentina è stata condizionata dalla ferma volontà del giocatore di trasferirsi solo in Italia e solo alla Juventus, estromettendo di fatto le squadre inglesi dall’affare. Il comportamento del ragazzo, continua Commisso, non è stato corretto. Ha fatto crollare i ponti, e non è una cosa da leader.

Infine, su Iachini, il presidente ribadisce il massimo supporto, anche se, come tutti, è sotto esame. “Qui i risultati contano”.


“Io credevo che sulla Mercafir fosse tutto pronto, ma non era così. Un progetto irrealizzabile, una gran perdita di tempo”… che comunque non ha intaccato i rapporti con il Comune, sempre buoni. Rocco dice le cose in faccia e non accetta chi critica alle spalle. “Ma non si può sentire che lo stadio Franchi è un altro Ponte Vecchio”. Commisso sostiene che ci sia un problema di sostanza, di mentalità.

Alla domanda circa la possibilità che qualcuno a Firenze si possa offendere del progetto dello stadio a Campi Bisenzio, Commisso risponde che al limite si potranno offendere gli architetti fiorentini che non lavorano. “C’è molta invidia in questa città, ci sono molti ricchi diventati tali coi soldi di papà”.


“Io devo prendere il buono con il meno buono, negli affari funziona così. Ma se dite che non ho speso, siete dei bugiardi”. Il riferimento ai 70 milioni di ingaggi tra calciatori e staff è naturale, una rivoluzione mai attuata prima. “Come potevo non confermare Montella? Ha tre anni di contratto a 1,8 milioni netti…”

Di Firenze ricorderà sempre i tifosi, le serenate all’hotel, il regalo del Centro Sportivo. “Ma ormai è questo il mio posto di lavoro, mi rilasso quando torno in America: lì non mi conosce nessuno, mi lasciano in pace”. Chiusura sull’ultima fatica di Rocco: “Vincere qualcosa qua. E’ la mia ultima impresa, e io non ho mai fallito” .




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