Gli archistar si mobilitano per il Franchi. La lettera a Conte e Mattarella: “No alla demolizione”

Dopo l'appello dell'Icomos, ente dell’Unesco, una nuova lettera agita il caso Franchi. Questa è stata ancora indirizzata al sindaco Nardella e al ministro Franceschini, ma stavolta pure al presidente Mattarella e al premier Giuseppe Conte. La lettera è promossa dalla Pier Luigi Nervi Project Association presieduta da Marco Nervi, nipote del progettista dello stadio, e porta in calce firme importanti. A partire dagli archistar Santiago Calatrava, Rafael Moneo, Norman Foster. E accanto a loro decine di figure di spessore del mondo della cultura, della progettazione, della storia dell’arte (l’architetto statunitense Steven Holl e grandi ingegneri e prof come Bill Baker e via dicendo). Questo quanto troviamo scritto nell’edizione odierna di La Repubblica Firenze. L’appello è chiaro “Come architetti, ingegneri, esperti della conservazione del patrimonio moderno e studiosi dell’architettura del Novecento siamo preoccupati per le informazioni che giungono sul pericolo di parziale distruzione o demolizione che corre lo stadio Artemio Franchi”. Secondo il giornale questa lettera è una “piccola bomba” in quanto così tanti nomi grossi in prima linea porteranno il caso a fare il giro del mondo. E se già ne dopo la petizione dell’Unesco il futuro del Franchi è finito anche sul NY TIMES il solo rischio di una pur parziale demolizione ha smosso i più famosi del settore: “Lo stadio municipale di Firenze è stato pubblicato in tutto il mondo all’epoca della sua costruzione; è stata la prima opera di Nervi a ottenere un riconoscimento internazionale e la sua pensilina a sbalzo, le scale elicoidali e i dettagli evocativi della sua struttura hanno ispirato ingegneri e architetti in tutto il mondo”. La petizione, aggiunge “Le proposte per alterare o ampliare il capolavoro di Nervi dovrebbero rispettare il valore paradigmatico della sua importanza storica. Numerosi progetti di stadi negli ultimi anni hanno rivitalizzato impianti storici, elaborando strutture moderne pur preservando l’opera originale e migliorando l’esperienza degli spettatori combinando il nuovo con il preesistente. Vi esortiamo a considerare la lunga storia e tradizione dello Stadio Franchi, e a ascoltare la comunità professionale e scientifica internazionale”.



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