Alvaro Odriozola parla a "La Nazione": "A Firenze un senso d'appartenenza che mette i brividi"

Lo spagnolo aggiunge: "Nella mia scelta non sarà decisiva la qualificazione all'Europa ma alcuni aspetti non dipendono solo da me"

Alvaro Odriozola si è raccontato in un'intervista concessa sulle pagine de La Nazione. Il terzino basco affronta anche il tema del proprio futuro in viola. Anche se confessa come sia davvero presto per definirlo. Dopo tutto mancano ancora 3 mesi e c'è un obiettivo Europa League da conquistare sul campo. Alvaro non dimentica nemmeno il ritorno di Coppa Italia contro la Juve. La qualificazione europea - confessa - sarebbe un tassello importante per il suo futuro, ma non decisivo. Quando ha detto sì ai viola - ricorda - la Fiorentina non giocava le coppe. L'ex Real Sociedad non ha dubbi: preferisce sentirsi importante che comprimario in un top club. E a Firenze ha trovato un senso di appartenenza che gli fa venire i brividi.

«Io preferisco sentirmi importante, al top oppure altrove. E qui c’è un senso di appartenenza che mi fa venire i brividi- e sul futuro -Ancora è troppo presto, dobbiamo pensare a lottare per l'Europa League, anche se la qualificazione non sarà decisiva per quello che verrà personalmente, con onestà devo dire che alcuni margini non dipenderanno da me.». Parole e musica di Alvaro Odriozola. Perché Il Real è sempre il Real. Il club più famoso nel mondo, per spiegarlo menziona un episodio capitatogli alle Bahamas, la scorsa estate, quando è stato riconosciuto da alcuni abitanti di una piccola isola. A Firenze però - ribadisce - si sente a casa, dal presidente Commisso in poi è una grande famiglia.

Per Vincenzo Italiano ha solo belle parole: «L’allenatore più preparato che abbia mai avuto». Dopo 5 minuti - continua - sa già dirti come far male all’avversario. Pensa al calcio h24, è incredibile, non ha mai trovato un tecnico così. Negli spogliatoi - racconta - si dicono che deve avere una moglie molto paziente...Il giudizio della sua stagione è positivo, ma è sempre critico verso sé stesso: perché un gol e un assist sono pochi. Messaggio a Vlahovic?«Io proprio no. Ho visto la partita, sono spagnolo e quindi mi fa piacere sia andata così. Poi so che tutta la città faceva il tifo per il Villarreal e Firenze è anche casa mia».



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